4 marzo 2008

Fradel, mio dolce Raparìu

Ti conosco da anni,
forse 5 anni…eri sempre
più fermo degli altri
e tanto affettuoso con me
Sulle mie gambe
lentamente ti strofinavi….
Mentre i tuoi compagni mangiavano
tu non ti buttavi sul cibo
ma aspettavi che io mettessi il piatto
proprio sotto il tuo naso…
masticavi con difficoltà
e sceglievo per te i pasti più morbidi…
Mi ero innamorata
Di un vecchio gatto tigrato un po’ striminzito,
con una larga banda nera sulla schiena,
un triangolo perfetto sulla fronte
l’orecchio sinistro
tagliato a forma di v,
per la necessaria nefanda procedura…
dolce e timido, sempre in disparte..
così magro e col pelo ruvido,
ma i tuoi splendidi occhi verde smeraldo
mi hanno comunicato tanto amore,
ti prendevo in braccio e ti portavo
a mangiare in jeep, all’inizio avevi un po’ paura
ma poi, quante fusa, quanti sguardi raparìu!
Ti accarezzavo e ti mettevi a mangiare,
quasi per farmi contenta,
Manu diceva mamma mia che puzza di alito,
questo gatto ha mal di denti!
Tutta la macchina olezzava…
Per una settimana non ritornasti più
Pensavo d’averti perduto!
Con grande gioia ti vidi arrivare
dimagrito, emaciato ma ancor vivo.
Dopo una settimana di synulox
eri come nuovo, mangiavi
e non puzzavi più…
pochi giorni passarono e ancora ti ammalasti,
ti curai sempre
E ogni volta miglioravi, poi ti riammalavi…
Tornavi dopo settimane quando
ti credevo morto e ti cercavo, ti chiamavo
disperata
nei giorni del gran freddo…
seppi poi che ti eri rifugiato al caldo
in una struttura di accoglienza per matti,
ma ti lanciavano fuori appena venivi scoperto
quando la signora buona non era di turno.
Camminando lentamente tornasti una sera,
ero felice! stavamo insieme
vuoi il freddo dell’inverno
e il fatto che non stavi bene,
ti portai dal veterinario e poi a casa mia.
Disse che avevi 10 di creatinina e i reni
rovinati e che eri molto anemico,
non avevi la felv nè la fiv , ma un dente malandati,
però eri troppo debilitato per l’operazione
e troppo anemico per le flebo depurative.
A casa, stavi nella cassettina a masticare la sabbietta,
segno che nella bocca qualcosa ti disturbava,
i veter dicevano che è colpa del mal di reni,
peggioravi e
iniziarono le flebo “senza farsi illusioni”...
Avevi conosciuto il calore di una casa
ma non ti riprendevi ormai più..
passavano i giorni
Sanguinava la tua bocca
e non riuscivi più a mangiare,
ti stringevo a me sempre più ossuto,
ed eravamo lasciati a noi stessi
a combattere contro la morte.
Non sarebbe finita così se tu
piuttosto che un gatto
e per giunta randagio,
fossi stato un essere umano.
Trovavi la forza fino all’ultimo
di alzarti e provare a bere,
e leccare lo stracchino
dalle mie dita.
Poi la terza
emorragia, sangue dappertutto il bagno,
non avevi più sangue ormai
dopo 2 settimane senza mangiare
quasi nulla…
per i gatti non vi sono trasfusioni,
né ferro , per i gatti,
una veterinaria pietosa mi disse che potevo alleviarti il dolore
con del cortisone in vena,
di poterti salvare la vita nessuno parlò,
Eravamo nelle mani del Signore.
Mi hai fatto le fusa debolissime
per farmi capire che ci sei, che io ci sono..
mi guardasti per un attimo negli occhi
poi la testa divenne pesante,
Le zampine fredde e inerti
il respiro rumoroso e lento..
mentre il cuoricino ancor batteva,
sapevo che era l’ultima notte.
Dormendo mi svegliai di soprassalto col batticuore,
La tua anima di gatto si era liberata
E sei venuto vicino a me, un’emozione forte…
E non mi sono alzata per vedere ciò che già sapevo.

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